Cellulari
In barba a qualunque regolamento scolastico, il cellulare impazza nelle scuole, ed è utilizzato, nel corso della giornata, come principale mezzo di comunicazione tra i ragazzi e le loro famiglie, anche nei momenti in cui il suo uso non sarebbe strettamente necessario.
Vi
sono, infatti, alcuni alunni che hanno la cattiva abitudine, rinforzata
dagli inviti delle famiglie, a comunicare ogni evento, dal voto della
verifica o del compito, al battibecco con l'insegnante, in tempo reale. E
se proprio il docente insiste nel rispetto delle regole che impongono
in classe l'astensione dall'utilizzo dei mezzi di comunicazione con
l'esterno, si approfitta dell'uscita al bar o alla toilette, per
aggiornare gli interlocutori privilegiati.
Tralascio
la portata estremamente negativa, in termini didattici ed educativi,
della comunicazione senza fili con le famiglie, anche se mi rendo conto
che il problema non è di importanza secondaria, anzi!
Questi
cellulari hanno il potere di ripristinare quel noto cordone ombelicale
che avrebbero dovuto tagliare alla nascita in sala parto, e che è il
primo gesto che viene compiuto per affrancare dalla madre, in vista
della libera autonomia della persona umana.
I
cellulari usati in maniera smodata e impropria, hanno ricucito quel
cordone, accrescendo la dipendenza dei giovani adolescenti dai propri
genitori. A tal punto che molti di loro sono diventati del tutto
incapaci di decidere in modo individuale, senza aver prima avuto una
conferma "telefonica" da mamma e papà.
Quando
non si tratta del legame asfittico con le famiglie, il cellulare serve a
non interrompere, nemmeno nell'arco della giornata di lezione, il
legame tra ragazzi che stanno insieme, ma in altre classi o in scuole
diverse, o tra amici, che chattano sistematicamente su whatsapp,
scrollando le pagine online, da facebook a twitter ad instagram, senza
ritegno né rispetto delle regole della buona educazione e della sana
convivenza civile.
Se
un insegnante dovesse continuamente controllare il flusso dei messaggi
che vengono, soltanto nella sua ora di lezione, inviati dall'aula verso
il mondo esterno, si troverebbe a dover cambiare mestiere, smettendo di
fatto di spiegare e di interrogare, per svolgere piuttosto attività
poliziesca di controllo e di denuncia al dirigente.
Ho
deciso, pertanto, di correre ai ripari, comunicando che, dal prossimo
anno, entrerò in classe con una scatola vuota che i miei alunni
provvederanno a riempire con i loro cellulari, privandosene, almeno
nella mia ora di lezione.
In
alcune scuole italiane si è addirittura predisposta la raccolta di
smartphone e cellulari all'ingresso, consegnati ai collaboratori, che li
tengono in custodia fino alla fine delle lezioni giornaliere.
Tutto
ciò anche in considerazione del fatto che, ormai, con la
digitalizzazione delle scuole, per motivi didattici, gli istituti sono
dotati di laboratori informatici, lavagne interattive, pc,
videoproiettori, e quant'altro possa servire alla lezione interattiva
che utilizzi le Tic, come metodologie e strategie di apprendimento
multimediali.
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