La Filosofia nella società della conoscenza


Finalmente il MIUR negli ORIENTAMENTI PER L’APPRENDIMENTO DELLA FILOSOFIA NELLA SOCIETÀ DELLA CONOSCENZA scrive cose bellissime sulla Filosofia.
Finalmente si comincia a parlare di introdurre il suo insegnamento nelle scuole di ogni ordine e grado, a partire dalla scuola primaria, fino alla scuola secondaria inferiore, e agli istituti tecnici e professionali, con l’intento di istituire i licei di formazione secondaria superiore, per formare le future classi dirigenti del paese, come voleva Giovanni Gentile.
Sarò stonata, ma lo vado sostenendo da sempre.
Bisogna introdurre la filosofia dei quattro elementi della natura dalle scuole elementari, affiancando il suo insegnamento a quello delle scienze biologiche.
I Sofisti e Socrate vanno studiati alle scuole medie, per formare il senso critico e l’arte del corretto ragionamento, accostando l’insegnamento filosofico a quello dell’analisi logica, della retorica e della corretta argomentazione in lingua italiana.
Platone, Aristotele e tutta la filosofia medioevale al terzo anno delle scuole secondarie superiori, dopo aver ripreso, nel primo biennio, lo studio dei Presocratici, dei Sofisti e del dialogo socratico, proseguendo fino al quarto e quinto anno secondo l’attuale ordinamento, e possibilmente arrivando alla filosofia contemporanea.
Nelle indicazioni del MIUR, l’insegnamento filosofico viene accostato alla metodologia CLIL; alle attività di Alternanza Scuola-Lavoro per gli apprendimenti di tipo trasversale; alla classe capovolta della metodologia flipped classroom e delle TIC; alla didattica per competenze, e alla valutazione e all’autovalutazione degli apprendimenti.
La filosofia acquisisce, così, sempre più un ruolo di primo piano, e di vera centralità, nel processo di apprendimento, che si fa richiamo all’esperienza superando ed andando ben oltre quell’imparare tipico della lezione teorica di tipo frontale con riferimento al solo libro di testo.
Un vero successo per la scienza filosofica, riconosciuta ormai, anche a livello ministeriale, come apprendimento che si declina diversamente a seconda dell’orientamento liceale del cui piano di studi fa parte.
La filosofia classica è diversa da quella scientifica, da quella linguistica, da quella pedagogica, da quella tecnico-professionale.
Perché la filosofia è una scienza complessa. Ormai lo hanno capito anche ai piani alti.

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