Il Liceo Scientifico G. Marconi di Foggia in visita a Matera Città dei Sassi e Capitale Europea della Cultura 2019


Le classi si sono recate presso l’ASI (Agenzia Spaziale Italiana) sulla Murgia Materana e hanno apprezzato l’eleganza del centro storico impreziosito dalle luminarie natalizie e dalla mostra En Plain Air di Dalì

Venerdì 14 Dicembre 2018 i dipartimenti di Matematica e Fisica e di Storia e Filosofia del Liceo Scientifico G. Marconi di Foggia hanno accompagnato le classi 4A e 4G in visita didattica presso la città di Matera, Capitale Europea della Cultura 2019.

In orario mattutino i ragazzi, con i loro docenti professori Antonio Milazzi, Antonietta Pistone e Lucio Salvatore, hanno visitato il sito dell’ASI, Agenzia Spaziale Italiana, seguendo una lezione di Geofisica e osservando da vicino il laser a orologio atomico del centro di ricerca.

Nel pomeriggio, dopo la pausa del pranzo a sacco, le classi si sono invece recate presso il centro storico di Matera, Città dei Sassi, ammirando anche la mostra En Plain Air di Dalì, inaugurata ai primi di Dicembre.

Di particolare bellezza ed eleganza, e perciò degne di nota, sono le luminarie, che impreziosiscono il centro città, rendendo il sito, Patrimonio dell’Unesco e dell’Umanità, meta di elezione del turismo invernale e delle ormai prossime festività natalizie.

Il 2019 che si è aperto da qualche giorno vedrà in prima linea la città di Matera, eletta Capitale Europea della Cultura, per il valore storico della testimonianza narrata e documentata dalla pietra del sasso Barisano e di quello Caveoso, dove attualmente stanno sorgendo alberghi diffusi che consentono, a chi lo desideri, di trascorrere qualche giorno facendo esperienza della vita in grotta, vissuta dagli italiani ancora molti anni dopo l’Unità d’Italia.

La storia della città dei sassi risale già al Paleolitico, mentre i primi insediamenti abitativi si sono strutturati nel Neolitico.

Matera è suddivisa in sasso caveoso, il più antico e tipico della “casa grotta”; e sasso barisano, perché rivolto verso la città metropolitana di Bari, e più edificato e meno rudimentale del caveoso.

La roccia calcarea e porosa della Murgia Materana, chiamata impropriamente tufo, rende possibile la raccolta delle acque piovane, che vengono convogliate in grosse cisterne, tuttora attive soprattutto nella zona del caveoso.

Esistono anche abitazioni molto piccole, occupate da una sola persona, e costituite da un unico ambiente di soli sette metri quadri, nel quale si ritrovano la cucina e la zona notte, più il bagno.

La tipicità del sito è costituita, però, essenzialmente dalle case grotta, assolutamente scavate nella roccia, e dalla raccolta delle acque piovane, attraverso le cisterne.

Nella storia d’Italia i sassi materani occupano un posto particolarmente importante, perché testimoniano la vita che il popolo meridionale conduceva, anche dopo l’Unità d’Italia del 17 marzo 1861, e fino alla prima metà del Novecento.
Fu proprio Alcide De Gasperi che, dopo aver visitato la città di Matera nel 1952, ordinò, per legge, su invito dell’allora Ministro Colombo, lo sgombero immediato dei sassi nel 1954. Il sito fu definito vergogna italiana, per le condizioni disumane di vita in cui le popolazioni del Mezzogiorno erano costrette ad abitare. Mancavano illuminazione elettrica, e rete idrica e fognaria. Le case grotta erano quasi del tutto prive di finestre e punti luce naturali e, non essendo mai illuminate dalla luce del sole, risultavano estremamente umide e malsane. Inoltre, uomini, donne e bambini vivevano a stretto contatto con gli animali, dal momento che nei sassi non esisteva differenza tra stalla e abitazione. Le condizioni igieniche erano, perciò, del tutto improponibili.

Solo negli anni Ottanta cominciò una riqualificazione dei sassi materani, grazie ad alcuni studi storici che portarono alla ribalta la situazione della città di Matera, e di tutto il Mezzogiorno italiano, ma anche il valore intrinseco della storia in cui è il territorio naturale ed antropomorfizzato a parlare, raccontando direttamente i fatti, così come sono stati e sono tuttora.

Tipici della città di Matera sono il pane, chiamato cornetto per la sua forma particolare, ed il cucù, fischietto a forma di gallo che la tradizione vuole venisse utilizzato dagli innamorati quando volevano dichiararsi alla donna amata, e chiedevano la sua mano al padre. A seconda del pregio del fischietto si poteva evincere anche la consistenza economica dello sposo, e della sua dote.


In periodo natalizio sono particolarmente apprezzati i presepi souvenir che rappresentano la natività nel sasso della grotta, tipica abitazione materana e testimonianza viva della povertà di Gesù Bambino, che viene al mondo nella mangiatoia, riscaldato soltanto dal fiato del bue e dell’asinello.

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